Parte la nuova rubrica Legends, in cui noi di OverNewsMagazine ripercorriamo la carriera, le vittorie, le sconfitte, i premi e i rimpianti dei più forti giocatori della storia del Calcio. Oggi 18 Febbraio è il compleanno di quello che può essere considerato forse il più forte calciatore italiano di tutti i tempi: Roberto Baggio. Ed è per questo che dedichiamo a lui la prima puntata di LEGENDS.
Baggio è il prototipo ideale del “Numero 10”. Il classico giocatore dotato di tecnica, tiro e dribbling sopraffini, schierabile come seconda punta o trequartista, fantasista all’occorrenza, specializzato nei calci da fermo e in grado di fornire assist geniali ai compagni di squadra. Nella sua splendida ma sfortunata carriera Baggio ha dimostrato di sapersi disimpegnare con impressionante destrezza in giocate acrobatiche e numeri da giocoliere con il pallone. Soprannominato il Divin Codino per la sua caratteristica pettinatura e la bellezza delle sue giocate.
Roberto Baggio nasce a Caldogno, il 18 febbraio del 1967. Inizia subito a giocare nella squadra della sua città, appunto il Caldogno, per poi passare a soli 13 anni al Lanerossi Vicenza, che militava in C1.
Nelle giovanili del Lanerossi Vicenza si fa subito notare con numeri da capogiro, infatti riesce a segnare ben 110 reti in 120 presenze sommando tutti gli anni di giovanili al Vicenza.
Nella stagione 84/85 entra a far parte della prima squadra e aiuta il Lanerossi ad arrivare in serie B segnando 12 gol in 29 partite. Il 5 maggio 1985 però, arriva la prima tegola della carriera per Baggio: infortunio al ginocchio destro che compromette Menisco e crociato anteriore. Questo infortunio lo tiene lontano dal campo per più di un anno e gli fa attraversa una profonda crisi personale. L’infortunio arrivò tra l’altro, a pochi giorni dalla firma del contratto con la Fiorentina; I Viola infatti lo avevano acquistato per 2,7 Miliardi di Lire dal Vicenza.
Il 21 Settembre 1986 esordisce in Serie A con la maglia della Fiorentina, salvo poi infortunarsi di nuovo al ginocchio una settimana più tardi, infortunio che lo costrinse lontano dai campi per tutta la stagione.
Nella stagione 87/88, Roberto Baggio torna a disposizione della Fiorentina e disputa una stagione strepitosa, portando la squadra di Firenze a navigare nelle parti alte di classifica. Negli anni seguenti viene convocato in Nazionale per la prima volta (1988) per una amichevole, mentre nel 1990 raggiunge la finale di Coppa Uefa, e vince il Trofeo Bravo, consegnato al miglior Under-23 del torneo.
Partecipa al Mondiale di Italia ’90 con la Nazionale Azzurra, segnando un gol capolavoro contro la Cecoslovacchia e regalando prestazioni memorabili, che culminano con il terzo posto Italiano nei mondiali di casa.
Nel Maggio del 1990 viene acquistato dalla Juventus per la cifra record di 25 miliardi di Lire, causando molti tumulti nella tifoseria Viola, che non voleva perdere il proprio simbolo. Anche Baggio era molto legato alla Viola, come dimostrano vari aneddoti, ad esempio quando, alla conferenza di presentazione alla Juventus, si rifiutò di indossare una sciarpa bianconera per la conferenza. Gli anni alla Juventus sono per lui gli anni della consacrazione, in 5 stagioni (dal 1990 al 1995) segna 78 gol, vince uno scudetto, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, il Pallone d’Oro e il FIFA World Player. Nonostante tutte le sue vittorie e i suoi gol, gli infortuni lo martioriarono anche negli anni bianconeri, e fra il 92 e il 95, passò parecchi mesi lontano dai campi di gioco. Questa sua assenza favorì l’esplosione di un altro grandissimo fenomeno: Alessandro Del Piero. Proprio per la volontà della società di puntare sul giovane Alex, Baggio venne ceduto al Milan nell’estate del 95, nonostante il parere contrario dei tifosi.
Nel mentre, Baggio partecipa al Mondiale del 1994, dapprima deludendo le aspettative nelle partite del girone eliminatorio, ma poi dopo il ripescaggio che permise all’Italia di partecipare alle fasi finali della coppa del Mondo, fu lui a trascinare gli azzurri sino in finale, segnando i gol decisivi negli ottavi contro la Nigeria, nei quarti contro la Spagna, e in Semifinale contro la Bulgaria. In finale però è proprio lui a sbagliare l’ormai famosissimo rigore contro il Brasile, e a regalare la coppa del mondo ai carioca. Dopo questo episodio dichiarò: “I rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli.”
L’avventura al Milan parte subito alla grande, con la vittoria dello scudetto, il secondo consecutivo per Baggio, uno dei 6 giocatori a vincere lo scudetto di serie A due stagioni di fila con due squadre diverse. Nonostante questo, al Milan soffrirà molto le diatribe con gli allenatori. Dapprima Capello, poi Tabarez e Sacchi.
nell’estate 97 Fabio Capello torna sulla panchina rossonera e fa sapere a Baggio che non ha intenzione di includerlo nel suo progetto tecnico. La società è così costretta cederlo, mentre Baggio avrebbe fortemente voluto restare.
Si accorda infine col Bologna, dove farà registrare il suo record di marcature stagionali, con ben 22 gol in 30 partite, che gli valgono la convocazione ai mondiali francesi del 1998. Anche nella stagione al Bologna ha delle incomprensioni con Mister Ulivieri, soprattutto quando l’allenatore decide di tenerlo fuori nella sfida contro la sua ex-squadra, la Juventus.
Nel Mondiale Francese ci sono in rosa due fortissimi “numeri 10”: Baggio e Del Piero. Troppo simili per giocare insieme, danno vita ad una staffetta per tutta la durata del Mondiale. Baggio sforna gol e assist, ma non riesce ad evitare l’eliminazione degli azzurri per mano della Francia ai penalty del quarto di finale, nonostante avesse realizzato il primo rigore. Dopo questa eliminazione diventa comunque il primo giocatore Italiano ad aver segnato in 3 mondiali diversi.
L’estate dopo i mondiali passa all’Inter, dove la sua prima stagione è caratterizzata da alti e bassi, causa l’avvicendamento in panchina di ben 4 allenatori diversi (Simoni, Lucescu, Hogdson e Castellini). Famosa la sua doppietta contro il Real Madrid in Champions League. Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, con cui Baggio avrà un pesante litigio e per questo deciderà di lasciare i nerazzurri. Alla sua ultima partita segna una doppietta al Parma che permette all’Inter di qualificarsi alla successiva Champions League.
Dopo due stagioni disastrose all’Inter e la conseguente non convocazione ai mondiali del 2002, Baggio firma per il Brescia, nonostante avesse offerte anche da molti prestigiosi Club Europei. Starà al Brescia per 5 stagioni, nelle quali riuscirà a mantenere la squadra in Serie A e a farla partecipare alla Coppa Intertoto. Segna 45 gol in 95 presenze. Colpito duramente dagli infortuni anche in questo periodo della carriera, nel 2004 decide di ritirarsi. Nella sua partita d’addio contro il Milan, lo stadio lo omaggia con una standing ovation, e il Brescia ritira la sua maglia numero 10. La stagione dopo il suo ritiro il brescia retrocederà in serieB.
In tutta la sua carriera Baggio colleziona 643 presenze e 291 gol.
Nel 2010 viene eletto presidente del settore tecnico della FIGC, ma nel 2013 lascia la carica affermando che il suo programma non è stato ascoltato e messo in pratica da chi di dovere.
Roberto Baggio rimane di fatto un campione assoluto, una leggenda appunto e quindi perfettamente meritevole di aprire ed essere ricordato da questa rubrica che non può fare altro che ringraziarlo per tutto quello che ha dato a questo sport.
TANTI AUGURI ROBY BAGGIO!